Esempio rarissimo di iper specializzazione culturale, la Valle del Belice rappresenta un unicum nello scenario agricolo italiano, visto che il 95% dell’olivicoltura è rappresentato da un’unica varietà, la Nocellara del Belice, con Giarraffa, Biancolilla, Cerasuola e Palermitana che qui rappresentano delle comprimarie.
Castelvetrano, la cittadina più imprtante della valle, è situata su un pianoro a circa 10 km dalla costa, ci si arriva in autostrada da Palermo e, il simbolo dell’avvicinamento a casa dopo 100 km di niente nella brulla campagna siciliana, è da sempre la presenza degli ulivi. Infiniti filari ti accolgono nella città dell’olivo e dei templi. Dell’olivo e dei templi perché è nel territorio di Castelvetrano che si trovano i resti dell’antica Selinunte oggi all’interno del più grande parco archeologico d’Europa.
Qui l’olivicoltura ha una lunghissima tradizione, si coltivano ulivi da 2700 anni. Sul territorio si sono avvicendati Sicani, Elimi, Fenici, Greci e successivamente i Romani, i Normanni, gli Arabi e gli Spagnoli.