La Campania è da sempre la terra d’eccellenza del pomodoro, grazie alle sue varietà autoctone e a un terroir unico.
Ma anche questo patrimonio è a rischio: l’abbandono dei campi minaccia la qualità e l’identità del pomodoro campano.
Nel 2016 abbiamo deciso di intervenire, accogliendo il grido d’allarme di alcuni tra i migliori chef italiani: il pomodoro aveva perso il legame con il suo terroir. Da allora, attraverso il dialogo con esperti come Marco Contursi – allora Presidente della condotta Slow Food dell’Agro Nocerino-Sarnese – e Franco Vastola – dell’azienda Maida – abbiamo adottato un approccio radicale: raccogliamo solo il 10% dei pomodori maturi in campo e riduciamo le temperature di sterilizzazione alla ricerca del punto minimo di sicurezza. Ogni passaggio mira a preservare l’autenticità del frutto.
Grazie a queste innovazioni, creiamo un modello di filiera che valorizza il territorio, riconnettendo il pomodoro campano alle sue radici.


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- Territori: Campania, Valle del Belice
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- Prospettive: Ricerca
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