Gabriele Lasagni

Nel 2015, Pasquale Bonsignore legge un articolo di Gabriele Lasagni, amministratore di Bonomo e Giglio. Le sue parole, lucide e dirette, denunciano una realtà preoccupante: i capperi di Pantelleria, simbolo dell’isola, stanno scomparendo.

Una realtà innegabile: negli ultimi trent’anni, la produzione era crollata. A coltivare la pianta erano rimasti in pochi: piccole aziende familiari, contadini stagionali, spesso non residenti. Il costo di produzione superava il valore di mercato, portando molti ad abbandonare questa coltivazione.

Gabriele conosceva a fondo il problema e il potenziale di quel territorio. Quando nel 2015 i nostri percorsi si sono incrociati, ne è nato un dialogo che ha unito esperienza e visione contemporanea.

Insieme abbiamo iniziato a sperimentare. Dalla scelta del sale per la fermentazione alla ricerca di nuove tecniche di conservazione, ogni dettaglio è stato messo in discussione per valorizzare il cappero in ogni sua forma.

L’obiettivo non è mai stato replicare il passato, ma creare un modello che guardasse al futuro. Un metodo che fosse certificabile, replicabile e sostenibile, senza perdere l’anima di un prodotto che racconta l’essenza di Pantelleria.

L’incontro con Pasquale è una storia recente ed è stato come essere in un cappereto, cioè in un terreno fertile. Mi sono riconosciuto nei valori di Incuso e nell’idea che l’agricoltura andava in qualche modo ripensata, sul fatto che bisogna fare in modo che queste ricchezze non si perdano. 

Gabriele Lasagni 

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